Venerdì tutto
pareva ancora sereno…
Oggi, le sirene
non smettono, non si può più aprire la finestra dell’ufficio per prendere un
po’ d’aria.
La mattina, arrivo
alla stazione Nord e esco in fretta, guardo intorno con sospetto, si vedono i
soliti senzatetto seduti sonnecchiando sulla panchina fredda di marmo, tanti
altri pendolari frettolosi e qualche poliziotto che osserva la gregge che si
sposta dal binario all’uscita.
Venerdì 13,
mentre stavamo guardando la partita notevole dei diaboli rossi contro gli
azzurri si è spezzato il sentimento di orgoglio per la vittoria della nostra
squadra con la notizia degli attentati a Parigi. I figli non smettono di fare
le domande sul perché e il percome, si indignano, si preoccupano per qualche
amica che sta a Parigi, si impauriscono, si rendono conto che quel mondo che
finora sembrava tan bello e interessante da scoprire è diventato un luogo dove
non ci si può più sentire sicuro ad ogni momento.
Oggi è lunedì, si
torna all'ufficio, non posso concentrarmi sul lavoro, fuori le sirene non
smettono, vanno e vengono, da Molenbeek al centro e viceversa. Molenbeek,
adesso definito in tutti i giornali come il covo dei jihadisti, sarà...
Già vedo le
reazioni di certi parenti e conoscenti sulla rete… qualcuno carica l’immagini
di spazzole dicendo che bisogna fare pulizia in quel posto pestifero, qualcuno addita
gli immigranti. Sono le reazioni di chi si è lasciato avvelenare la mente,
all'inizio goccia a goccia, poi cucchiaio dopo cucchiaio senza nemmeno
rendersene conto. Già tante volte mi sono domandata come reagire, adesso ho
deciso di rompere il contatto, non voglio farmi avvelenare la mente.
Bisogna di gente
come David van Reybrouck
(http://deredactie.be/cm/vrtnieuws/opinieblog/opinie/1.2496737) per mettere il
dito sulla piaga e scuoterci, perché anche il presidente della repubblica di
Francia c’è caduto dentro, dichiarando la guerra ad uno stato che stato non è,
ad un esercito che esercito non è. Sono un branco di lupi solitari. Hollande ha
copiato il discorso di Bush, con la sua invasione dell’Afghanistan, che secondo
van Reybrouck è alla base della genesi di IS.
Bisogna cambiare
discorso, riflettere prima di lanciarsi in un linguaggio di guerra, perché
corriamo il rischio di un’escalation di violenza senza precedente.
Nessun commento:
Posta un commento